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Ms3.
100 giorni di relazione con la città


2001
Venezia-Mestre e Marghera

Realizzato per l'esposizione "Terraferma. 100 giorni di opere, progetti, ricerche” al Candiani Centro Culturale, Venezia-Mestre.
09 marzo -15 settembre 2001

Durata
1 anno

Promotore Terraferma
Comune di Venezia-Settore Cultura
con La Biennale di Venezia

Curatore
Riccardo Caldura

Co-autori
Gruppi di giovani artisti e architetti: ZONANOMALA Fabrizio Berger, Roberto Milazzi, Diego Segatto | FATATRUST Alessandro Petti, Antonio, Valentina Ferrarese, Paolo Nicola Gabriele, Peter Furlan

Partnership
ADOLA Movimento per l’adozione ambientale della laguna davanti San Giuliano | Società Canottieri Mestre | Autorità Portuale di Venezia | Magistrato delle Acque | SDS Istituto Universitario di Architettura Venezia | Associazione Canoistica Arcobaleno | Compagnia dei Lavoratori Portuali di Marghera | Consorzio di bonifica Dese-Sile | G.S Voga Veneta Mestre | Associazione degli Amici del Bosco | Gruppo Stalker Architettura

Sponsor
Banca Popolare di Vicenza
ENIAC comunicazione e informatica

Patrocinio
Biennale di Venezia
SDS Istituto Universitario Architettura Venezia

Finanziamento
Pubblico | privato

Catalogo
TERRAFERMA, Riccardo Caldura, Edizioni Carta 2001

Azioni di progetto
Ms3 prende forma in città attraverso:
Ms3 h24/esplorazione urbana
Ms3 H2O/vivere anfibio
Ms3 H2O/allegato d’acqua
Ms3 O2/aria verde

Azioni correlate
Sogno. Il primo workshop
Porto una Nuova Città
Welcome to Venice
Paesaggio Rappresentato
Identità al Centro
Lebensmittel

Qual è il carattere contemporaneo di Mestre? Come le pratiche di osservazione partecipata diventano sementi di trasformazione urbana?


Ms3 è uno dei large project: così chiamo i progetti site-specific che si sono sviluppati attraverso più linee processuali, incrociando flussi diversi di scopi e azioni, in un gioco di coincidenze e sincronicità che va oltre l’intenzione personale. Sono processi che durano anni, generano a loro volta nuove linee progettuali e arrivano a coinvolgere centinaia di persone.

Per raccontare un’esperienza così densa, devo necessariamente scegliere una strada, uno sguardo. Provo a raccontarla considerando gli incontri, le relazioni attivate, le aperture a co-creare, in un processo -sostenuto dalla metodologia- in cui casualità, intuito, creatività, adattamento, resilienza, fiducia, spontaneità del gesto, caos, imprevisti, riconfigurazioni, fallimenti, autogoverno, interrelazioni, nuove idee e visioni sono vettori naturali per attraversare il cambiamento e per agire all’interno di un sistema complesso come un territorio: un organismo vivo, che muta e si evolve.

Terraferama veneziana.
Vista aerea dell’area d’intervento

Un percorso learning by doing

Oggi posso dire che uno dei percorsi che ha portato a Ms3 è iniziata nel settembre 2000, durante l’azione Con Molto Piacere alla 48° Biennale di Venezia, quando Alessandro Petti e Antonio Scarponi, due giovani architetti curiosi della dimensione relazionale dell’opera, mi chiedono di approfondire le pratiche partecipative attuabili nella rigenerazione urbana, di poterle sperimentare insieme al loro gruppo FataTrust. Scegliamo di iniziare un percorso formativo learnimg by doing.

Dopo meno di un mese mi contatta ZonaAnomala, un altro gruppo di giovani architetti e digital designer. Sono interessati ad aprire un dialogo con artisti relazionali sul tema dello spazio architettonico. Chiedo loro se vogliono partecipare al percorso. Accettano. Nasce così Sogno. Il primo workshop.

Apre il Centro Culturale Candiani con la mostra Terraferma

Nel gennaio del 2001, ricevo l’invito a partecipare all’esposizione collettiva “Terraferma.100 giorni di opere, progetti, ricerche” anticipato da una e-mail del curatore Riccardo Caldura.

[…] Avrei previsto la vostra presenza con un progetto che nelle note date al Comune definivo “relazionale”, indicando così che non riguardava “cose” da appendere o appoggiare. Nelle mie note è inserito in una sezione per ora denominata “Projects”, e nello specifico mi sarei immaginato potesse riguardare una forma di coinvolgimento/comunicazione intorno all’arte contemporanea rivolta al pubblico. Quel che mi pare necessario, è il dover trovare un modo per non risolvere la relazione con il pubblico solo in una sosta di fronte all’opera […], l’opera stessa è una delle modalità con cui la ricerca contemporanea si esprime, non l’unica.
— Riccardo Caldura

Riccardo conosceva il mio lavoro, l’invito all’esposizione Terraferma contemplava l’anima del mio agire, la sua forma relazionale e processuale, rivolta ad innescare un cambiamento sorretto dalla co-creation methodology: avrei portato nuovi filtri di osservazione della realtà e nuove forme di relazione, un agire sostenibile, co-autorialità, scenari co-creati. Nel divenire nessuno sa, nemmeno io, dove il processo co-creativo porterà e la forma concreta che prenderà.
Accetto l’invito, chiedendo ai gruppi FataTrust e ZonaAnomala di partecipare come co-autori.

Questi incontri -risultato di apertura, coincidenze, intuizioni e voglia di immaginare insieme- sono alla base del progetto Ms3. Iniziamo a co-creare: impariamo a conoscerci (predisposizioni, talenti, competenze), individuiamo linguaggi, linee progettuali e forme d’azione su cui poggiare il nostro lavoro condiviso. L’autorialità esce dagli schemi tradizionali dell’arte: la co-autorialità si dimostra l’unico approccio possibile (sostenibile) per entrare nella complessità del territorio e attivare lo snowball effect come modalità generativa e di trasformazione.

La rete di sostenitori e collaboratori nel territorio ha contribuito in maniera sostanziale alla realizzazione di questa esperienza di co-creazione. Imprese private e cooperative sociali, associazioni culturali e sportive, istituti scolastici, testate giornalistiche, la PA veneziana, il Consorzio di bonifica, una banca, liberi professionisti e cittadini… ogni uno di loro.

Far emergere il carattere e il potenziale inespresso: quattro linee d’azione

La prima azione è un’indagine conoscitiva del territorio urbano e della gronda lagunare (fase di osservazione nella co-creation methodology).
Attiviamo due forme convergenti e dialogiche d’indagine: da un lato la raccolta di dati e progettualità in atto nella terraferma, attraverso incontri, dialoghi e interviste con i rappresentanti della PA e delle parti sociali; dall’altro un’esplorazione percettiva che prende il nome di Ms3 h24.

Dall’osservazione emerge uno scenario inatteso: “Mestre è una città d’acqua, dove l’acqua è invisibile. Una percezione comune tra gli abitanti, un punto dolente e una condizione che trova conferma nelle mappe urbanistiche: la gronda lagunare era difficilmente raggiungibile dagli abitanti, non era vivibile: i due porti veneziani e un’area verde allora interdetta al pubblico (oggi Parco San Giuliano) ostacolava la relazione con l‘acqua. Per i residenti, la gran parte cresciuti sull’acqua, a Venezia centro storico, questo era un nodo da sciogliere.

Contemporaneamente all’osservazione urbana, allestiamo un Info Point al Centro Culturale Candiani, sede dell’esposizione Terraferma: uno spazio relazionale dove, man mano, per cento giorni sono presentate le osservazioni raccolte; dove condividere e rielaborare i temi emergenti, identificare azioni puntuali da attivare insieme ad altri soggetti cittadini, sperimentare, ampliare la consapevolezza e dare forma a nuovi scenari.

Prendono forma tre azioni partecipative rivolte ad abitanti, PA e rappresentanti del privato sociale: percorsi che mostrano la città da inusuali punti di vista, esperienze che rianimano la relazione tra il centro urbanizzato e l’ambiente circostante:
Ms3 H2O / Vivere Anfibio, otto miglia in barca a remi per riscoprire le vie d’acqua che collegano Mestre alla laguna di Venezia.
Ms3 H2O / Allegato d’Acqua, dialogo sul “confine” con la città invisibile, quella del porto e dei 100.000 marittimi annualmente in transito. Un’esperienza così forte da generare altre linee progettuali, poi realizzate insieme alle parti sociali incontrate durante Ms3.
Ms3 O2 / Aria Verde, una simulazione che mettere insieme i pezzi di verde cittadino, da forma all’immaginario e crea consapevolezza sul futuro Bosco di Mestre, sulla carta il più vasto parco urbano d’Europa.

Nuovi scenari in città

Durante i 100 giorni di relazioni, gli scenari sulla città si arricchiscono e si dettagliano di dati, evidenziano direzioni sostenibili, stimolano il dialogo tra le parti sociali e il dibattito pubblico, grazie anche alla collaborazione con due testate giornalistiche locali: La Nuova Venezia e Il Gazzettino, che accettano di raccontare il progetto in itinere: concordiamo un piano di comunicazione per raccontare l’esplorazione urbana della terraferma e mostrarne i risultati: i nuovi scenari inizino a prendere posto nella coscienza collettiva.  Rassegna Stampa

Ms3 è stato un large-project che nel suo divenire ha coinvolto migliaia di persone e così ha aperto e dato voce al potenziale inespresso della terraferma veneziana.

L’approccio sistemico e la creatività agita da così tante persone, la cura costante delle relazioni tra i vari elementi dell’insieme ad opera dal gruppo Ms3, la pratica di artway of thinking che ha portato strumenti di co-creazione tanto quanto fiducia nei processi spontanei: elementi che hanno agevolato il cambiamento di passo nello sviluppo urbano della città, oggi percepibile da tutti.
L’acqua infine è arrivata in città: le aperture del Parco San Giuliano, importante affaccio sulla laguna e del tratto interrato del fiume Marzenego, in via Poerio, la costruzione di nuove darsene per l’ormeggio di imbarcazioni lungo il canal Salso, insieme all’apertura del Bosco di Mestre hanno riconfigurato la terraferma sanando la separazione e ricostruendo lo scenario desiderato. 

In questo diagramma è sintetizzato lo sviluppo sistemico del processo: mostra come le direzioni progettuali (cerchi bianchi) hanno generato altri progetti puntuali (cerchi rossi), grazie alla relazione tra e con i diversi attori cittadini.