artwayofthinking_workshops_chicago_thumb.png

BIOS
Being in The World


Customizzato 
Workshop esperienziale

2012 Art on Location: The ABCs of Socially Engaged Practice Summer workshop at Sullivan Galleries SAIC, Chicago

Durata
18-23 giugno e 16 -18 agosto

Con
Love Difference
Snark Space Making

Promotore
SAIC – School of the Art Institute of Chicago

Partecipanti
29 personalità invitate
5 teacher trainee
8 studenti SAIC

Organizzazione
Kate Zeller | Christina Cosio | Mary Jane Jacob | Trevor Martin | Michael X. Ryan

Finanziamento
Privato

Approfondimenti
Summer Course Brossure
ABC - Reading List Index

Azioni correlate
Methods
Art on Location
Co/Operare
Arte Pubblica-Processi Creativi Collettivi

BIOS being in The World

Ricercatori che percorrono lo spazio-tempo della vita. Filosofi, storici, scienziati, artisti, pragmatici sognatori… tutti quelli di noi che si pongono una domanda sul senso e si muovono per trovare una risposta con la prospettiva di sperimentare.

Ricercatori che si incontrano per scambiare esperienze, intuizioni, dubbi, risultati in divenire e attraverso la condivisione riconoscere il significato comune del fare e dell’essere mondo.

Ci unisce un sentire comune. Se penso a me, penso a te. Se pensiamo a noi, pensiamo a voi. Uuna comunità interconnessa, fatta di singole biografie (bios), che cerca nella vita (bios) un senso di narrazione, da condividere con una comunità più allargata.

Ricercatori che raccontano, condividono, si mostrano nudi, con l’intenzione di contribuire ad accrescere la coscienza del mondo. Dentro, fuori, dentro, fuori, luce riflessa.

Le parole che lanciamo con intenzione nell’universo sono possibilità che generano nuovi risvegli, nuova consapevolezza.

Se parole e intento sono in armonia con la natura, il risveglio agirà come un sasso lanciato nell’acqua, e diventa vibrazione.

Queste parole hanno dato inizio alla riflessione collettiva, voluta dalla curatrice Mary Jane Jacob, su una specifica pratica artistica, un movimento che, in quel momento, richiedeva di essere sviscerato: la Socially Engaged Art.

Non sono una fan delle etichette che definiscono un agire, che semplificano e inscatolano una pratica, ma quando una definizione diventa persistente nel linguaggio comune, e ti ritrovi dentro tuo malgrado, allora serve fermarsi ed analizzarla.
Ne è nato un summer workshop alla School of the Art Institute of Chicago: The ABCs of Socially Engaged Practice, in cui più di 60 tra artisti invitati, studenti e docenti, supportati dalla co-creation methodology, si sono confrontati per creare un discorso comune sulla Socially Engaged Art Practice. Discorso, come universo di racconti, esperienze, risultati, letteratura che riguardano la disciplina.
A partire da una vuota struttura di narrazione, il processo co-creativo svolto nel workshop, ha permesso di indagare i valori costanti e di far emergere il senso comune all’interno della Socially Engaged Art Practice. Si è indagata la possibilità di costruire un terreno comune per una comunicazione coerente ed efficace verso l’esterno. Si è ricercato un possibile metalinguaggio, verificando se esistono delle qualità basilari e dei tratti tipici che abitano le singole azioni prodotte dagli artisti e identificano questo movimento.

Molti artisti, che come me agiscono creando nuovi immaginari nel sociale, sperimentano la difficoltà di raccontare il loro fare, non tanto nei luoghi e con le persone che partecipano all’azione socially engaged, con i quali si stabilisce una relazione diretta, ma piuttosto verso un target più vasto. Manca una linea narrativa che aiuta a descrivere le pratiche artistiche processuali che attivano relazioni e su queste si determinano.
Questa forma d’arte, insieme ad altre discipline scientifiche ed umanistiche sta costruendo, traducendo e sperimentando una nuova consapevolezza dell’essere umano: il passaggio da una concezione riduzionista del mondo, costituito da oggetti separati che interagiscono urtandosi più o meno forte e dove tutto misurabile, ad una concezione sistemica e quantica dove tutto è interconnesso, in relazione, infinito, in evoluzione e l’essere umano ne è parte. Una visione che per essere divulgata e diventare coscienza collettiva necessita di nuovi paradigmi linguistici.

Il lavoro realizzato certamente non è stato esaustivo, ma ha dato forza e senso di appartenenza ai partecipanti. Ha anche fatto emergere che, nonostante le diverse peculiarità e le molteplici sfumature delle singole azioni prodotte dagli artisti, esiste un posizionamento chiaro del più ampio ruolo dell’artista nella società, sorretto da valori e approcci condivisi.