artwayofthinking_workshops_transnationalnet_thumb.png

Transnational Networking.
Visione sistemica


Network
Workshop esperienziale

2006 Rio de Janeiro

Durata
5 giorni

Committente
Hoffman International

Partecipanti
30 licenziatari e insegnati Hoffman Process

Finanziamento
Privato

Anche la più consapevole delle comunità di pratica, per rimanere agganciata alla realtà contemporanea, deve continuamente mutare, cambiare assetto di viaggio.

Hoffman International è una rete internazionale, la cui mission è accrescere la consapevolezza nel mondo attraverso il risveglio dei singoli. I suoi membri abitano diversi continenti, hanno culture, visioni, approcci differenti e un forte legante, l’Hoffman Quadrinity Process: un percorso terapeutico esperienziale e residenziale, rivolto agli iscritti, che accompagna nella crescita personale partendo dalla consapevolezza dei modelli genitoriali. Anche le molte anime di artway of thinking ne hanno fatto esperienza e da allora, come spesso accade quando si vibra insieme, si è aperto tra noi piano fiduciario, di dialogo e scambio.
Così, quando è servito, la comunità dell’Hoffman International mi ha chiamata per ripensare insieme la cooperazione di rete e superare le tensioni sviluppate nel business management, anche se tra persone che insegnano come amarsi ed amare.

Rio de Janeiro era la sede scelta per il workshop. Conoscevo molte delle persone che partecipavano: alcune le avevo incontrate a Sabaudia, ad un altro incontro due anni prima, con altre avevo lavorato in diverse occasioni e condiviso strumenti e pratiche, affiancando alle loro conoscenze sull’essere umano, la mia sull’interrelazione individuo-gruppo-ambiente.

Ero lì con un mandato chiaro: aiutarli a sciogliere le tensioni emerse nella gestione internazionale del Hoffman Quadrinity Process, che inevitabilmente prendeva sfumature diverse a seconda della cultura e dell’area geografica: Argentina, Australia, Europa, Usa, Africa.
Durante la prima giornata d’incontri, sono rimasta in ascolto, chiedendo loro di parlare dei problemi con dati concreti. Man mano che i racconti proseguivano, mi rendevo conto che le questioni erano sempre le stesse: prendevano solo sfumature diverse, in base agli sguardi culturali, tutti legittimi. Capivo che provare a risolverli uno ad uno sarebbe stato impossibile e le molteplici prospettive culturali difficili da sfatare, anche attraverso il più concreto pragmatismo. Serviva un cambio totale di prospettiva.

La sera, ricordo che sono entrata nella mia camera d’albergo e dalla terrazza guardavo la spiaggia di Copacabana e l’oceano, chiedendo aiuto a quella forza. Temevo di non poter dare loro una soluzione. Sono stata lì ore, in silenzio, fino a quando ho fatto l’unica cosa che aveva senso in quella situazione: mi sono staccata dall’idea di offrire soluzioni e ho osservato gli appunti raccolti senza fare alcun tipo di valutazione. Ho iniziato a fare liste. Nomi, età, provenienze, uomini, donne, ruoli, valori, numero di utenti per business, fatturati, esigenze, problematiche dichiarate e soluzioni offerte. Ho riempito il terrazzo di liste. Poi ho tagliato con le forbici tutte le parole delle liste e le ho ricomposte creando nuovi ordini e nuove relazioni tra soggetti, valori, economie, problemi e soluzioni. Così è arrivata mattina.
A quel punto sapevo che le soluzioni non dovevo portarle io, ma sarebbero stati loro stessi a trovarle. Ciò che gli offrivo era una nuova prospettiva da cui leggere la complessità, rivisitando uno strumento a loro conosciuto, la sistemica familiare: ho progettato dieci forme sistemiche da fargli sperimentare empiricamente, in cui potessero sentire la forza del gruppo, ma anche le diverse potenzialità e sfaccettature dei singoli.

A colazione ho detto loro di prendere costume e asciugamano perché quel giorno avremmo lavorato in spiaggia. Abbiamo realizzato le dieci forme sistemiche: tutti in cerchio, divisi tra uomini e donne, tra giovani e anziani, tra insegnanti e proprietari di royalties, ecc. Gli ho chiesto infine di costruire e decostruire la forma piramidale dei ruoli, finché non si fossero sentiti tutti a proprio agio. Alla fine, tutto si sciolse. Da quel momento le soluzioni pratiche, anche le più inaspettate, arrivarono naturalmente, senza sforzo, e arrivarono da tutti, proprietari e insegnanti.
Nei giorni successivi, il gruppo ha lavorato alla definizione di pratiche, processi, standard policy e protocolli, che tutt’oggi fanno parte del loro agire multinazionale.

Racconto dei partecipanti

Raz Ingrasci, President Hoffman International

I loved how we all melted into each other. It could not have been predicted because we are all from different cultures and, after just a little while of sharing who we are and what we do we had a great sense of intimacy. It will be great to return to America with this experience because something has been created; a world space, not a concept, but an emotion that arose in me when we were together. This feeling is something to share, not only with our colleagues in the US, but with everyone in the whole world. It is something that is a mystery I can also step into. The Hoffman gene, a new DNA.

Tim Laurence, Director Hoffman International

Think of the International as creating a lovely warm shawl to warm us when out in the cold. Think of the hero’s journey, mythologizing our meeting.  We separate from our regular worlds to get together. We learn, and then we return. What might we return with?

Expansion with integrity, inclusion connection, abundance of delight.
To open the channel of communication.
Higher number gets the benefits.
Awareness of the Process.
Build community.
Established therapeutic branch.
Credibility and recognition.
Five C’s: Customers, Causing, Consciousness, Caring, Community.
Relationship building, before, during and after the Process.
Global healing and common language.
Awareness of the dangers of omnipotence and why do people think there should be growth.
Strong healthy roots generating large inviting branches.
Growth is the balancing between reaching outward and gathering inward by entering the boundless without taking a step.
Personal and spiritual growth of owners and teachers.
Intention that nourishes competent and passionate action.
Expansion through inner growth.