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La Foresta Sensibile.
Mappare l’immaginario collettivo


Customizzato 
Workshop esperienziale

2016 CAOS Centro Arti Opificio, Terni

Durata
16-25 settembre

Promotore
Associazione Indisciplinarte

Sound
Gaspare Caliri

Partecipanti invitati
Ospiti del Festival Internazionale della Creazione | Operatori del CAOS | Abitanti dell’area e cittadini di Terni | Dirigenti PA di Terni | Cittadini di Rieti che lavorano a Terni

Quali visioni del territorio sono depositate nell’inconscio collettivo dei suoi abitanti? Come farle emergere e darle una forma condivisibile?


L'immaginario collettivo, secondo Carl Gustav Jung, rappresenta un contenitore psichico universale, vale a dire quella parte dell'inconscio che è comune a tutti gli esseri umani. Contiene gli archetipi, quelle forme e quei simboli che si manifestano in tutti i popoli, di tutte le culture.

Nella Co-creation Methodology, per leggere un ambiente (naturale e sociale) e raccogliere elementi contestuali, uso diversi tipi di mappature. Quella dell’immaginario collettivo offre un modo per rendere visibili e condivisibili gli archetipi, le memorie, le visioni utopiche e le relazioni inconsce, racchiuse nelle singole menti dei soggetti di una comunità o di un gruppo, rispetto ad un luogo.
L’emersione avviene attraverso una visualizzazione guidata, in cui i partecipanti –in genere persone che stanno progettando nuovi scenari urbani- esplorano ad occhi chiusi il luogo su cui stanno lavorando, in uno stato di semi-veglia.
Guidati da una voce e dai suoni, navigano liberi tra passato, presente e futuro, tra conscio e inconscio, tra ricordi del vissuto e immaginario: informazioni che riguardano quel luogo e che diventano materiale per riprogettarlo. In questo spazio dove tutto è possibile, ci si sposta da una dimensione all’altra camminando, volando… si creano e discreano situazioni e ambienti.

È onironautica, lo spazio del sogno lucido, dove l’inconscio diventa immagine, dove coscientemente si esplora e si trasforma la visione. Un viaggio che suscita nuove prese di coscienza (da riconoscere e integrare), che induce ad aprire la mente e riflettere sulle dimensioni invisibili di un territorio, non solo sulle sue planimetrie.

L’emergere di un immaginario collettivo

Le città sono fatte dei nostri pensieri, esperienze, emozioni, sensazioni, anche se solitamente condividiamo solo la forma fisica emergente e lasciamo che le radici invisibili di questa foresta rimangano nascoste, non dette.

A Terni, nel settembre del 2016, in occasione del Festival Internazionale della Creazione, gli abitanti del Caos , gli operatori del centro d’arti, abitanti del quartiere e cittadini di Terni, dirigenti PA di Terni e i cittadini di Rieti che lavorano a Terni, sono invitati a partecipare alla mappatura, con l’obiettivo di far emergere un immaginario collettivo sulla città di Terni.

Dopo la visualizzazione guidata, i partecipanti depositano gli appunti del vissuto in una grande mappa del luogo. Impressioni, visioni, memorie si depositano sulla mappa: capita spesso che di ritrovare analogie tra gli appunti dei partecipanti. In particolare, la mappa condivisa di Terni mostrava che più di una persona aveva percorso lo stesso ponte, a tutta velocità e sentendosi libera; che volando sopra la città avevano visto una fabbrica in fiamme; che la città era invasa da una grande festa; che avevano incontrato la stessa persona, sotto lo stesso albero mentre narrava la stessa storia; che tutti hanno sentito la stessa emozione in quel particolare luogo: sincronicità e archetipi agiscono durante l’esperienza.

Quando sentiamo parlare di immaginario collettivo, o inconscio, o coscienza collettiva, molte volte rimane un’astrazione, in questa azione collettiva, invece, si fa un’esperienza reale (e straordinaria). Questo strumento unisce le memorie di una collettività: è un gesto di estremo coraggio per chi accetta di farlo, ma è anche un modo di svelare quanto siamo uniti, tutti in un unico intreccio di informazioni, un’unica cosmica ragnatela di informazioni.

La mappatura dell’immaginario collettivo è uno degli atti creativi collettivi più potenti e poetici che voglio portare nelle comunità.