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Questa è Arte,
se fai in modo che lo sia


2010
Galleria Contemporaneo, Venezia-Mestre

 

Esposizione personale
22 ottobre – 21 novembre 2010

Promotore
Citta di Venezia-Settore Beni, Attività e Promozioni Culturali
Candiani Centro Culturale
Galleria Contemporaneo

Curatore
Riccardo Caldura

Allestimento e Graphic Design
Sebastiano Girardi Studio

Musica
DJ sound Federica Baretti

Fotografie
Cristina Zanato
Jhon W Sisson Jr
Alfredo Maiquez

Partnership
Thiene Società di Costruttori

Partecipanti
Pubblico della Mostra | Studenti SAIC e Accademia delle Belle Arti (workshop in galleria)

Finanziamento
Pubblico | Privato

Catalogo
Questa è arte, se fai in modo che lo sia. Antiga Edizioni 2010. Testi di Riccardo Caldura, Stefania Mantovani e Federica Thiene

Approfondimenti
Una volta in una Galleria di Riccardo Caldura
Manifesto dell’evento

Azioni correlate
Co-creation Methodology
Processi Creativi Collettivi
artway of thinking Geography
Trasformazioni
Zona-Riuso
Chow

Come mostrare in galleria le azioni social engaged realizzate negli spazi pubblici? Quali formati narrativi usare per far comprendere il processo co-creativo che le sottende?


Ho sempre pensato al sogno come un potente strumento energetico di sopravvivenza, una risorsa personale: un mondo dove le regole sono continuamente dettate dai bisogni inconsci e dove la paura e il giudizio diventano strumenti di elaborazione creativa, non d’oppressione. Nel sogno noi siamo gli eroi, i protagonisti della storia dove tutto è straordinariamente possibile. Lasciare spazio ai sogni è un atto di coraggio.
Anche una comunità è insieme di sogni -condivisi e condivisibili- e farli emergere, accrescerli e renderli comuni è come realizzare un capolavoro, un’opera riconosciuta dalla collettività.

Il mio lavoro, infondo, è rendere visibile l’invisibile, dare forma ai sogni individuali e collettivi, facendo dello spazio pubblico il luogo della trasformazione.

Non è mai stato semplice trovare dispositivi per raccontare un processo creativo collettivo, che di per sé è perlopiù immateriale, fatto di elementi intangibili ed esperienziali. Solo nel tempo ho compreso l’importanza di documentare i processi con audio, foto e video per tenerne traccia e restituire al futuro quelle esperienze collettive. Nel frattempo, molto si è fatto senza documentare che oggi rimane solo nella memoria dei partecipanti.

L’opportunità di riflettere su come restituire al pubblico non-partecipante questa forma d’arte processuale e social engaged, è arrivata con l’invito del curatore Riccardo Caldura, proprio a Venezia la mia città d’origine, in occasione di una personale sul collettivo che lui ha voluto a conclusione dell’attività espositiva della Galleria Contemporaneo. Così, mi sono ritrovata a raccontare il complesso delle ricerche, sperimentazioni, pratiche ed esperienze di co-creazione realizzate negli anni, cercando di offrire al pubblico e alle nuove generazioni di artisti una visione sul fare arte nello spazio pubblico, una testimonianza del vissuto, auspicabilmente d’ispirazione, per la prima volta in una galleria.

  Riccardo Caldura parla di questa inconsueta condizione, con sguardo acuto nel testo Una volta, in una galleria, introduzione del catalogo.

In Galleria Contemporaneo, quaranta pannelli rettangolari sospesi descrivono il lavoro di artway of thinking: raccontano un modo di fare arte nello spazio pubblico, parlano di funzione sociale dell’artista, di partecipazione, energia creativa e interdisciplina. Illustrano la filosofia d’intervento e il metodo di co-creazione. Assieme costruiscono una linea che attraversa lo spazio della galleria lungo tre diagonali, all’altezza dell’occhio umano: sessanta metri di racconto sospeso. Un filo rosso che percorre due decenni di pratica artistica ed evoluzione del mio essere: un album di ricordi che descrive la ricerca di un’arte che vuole incidere nei processi di cambiamento della società. La stanza del 40° pannello Co-Creation Process Diagram è lo spazio degli incontri con il pubblico e con gruppi di studenti d’arte, per riflettere e dialogare sui processi creativi, sia individuali che di gruppo.